La donna Dior apparteneva alla borghesia e alla nobiltà, infatti la maison ha vestito i regali d’Inghilterra per anni.
Ammirando i capi esposti si respira una donna raffinata, amante dei capi di alta moda che descrivevano bene il suo stato sociale, una donna che ritornava ai corpetti, allo stringi vita, una donna che doveva apparire perfetta. Non per nulla Dior ha ideato il total-look occupandosi di un intero guardaroba: dall’abito, agli accessori, alle scarpe, fino al profumo.
La mostra descrive anche i famosi nomi che hanno succeduto Christian Dior negli anni dopo la sua prematura morte nel ‘57: Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons, Maria Grazia Chiuri. Stili diversi, tra loro riconoscibili, ma sempre all’insegna di grande gusto e della ricerca di femminilità, quella vista come donna dell’alta borghesia che può vestirsi con abiti preziosi e scarpe dai tacchi alti ad ogni ora del giorno. Solo con l’arrivo di M.G. Chiuri si vede un forte cambiamento. Il gusto diventa commerciale, non è più l’abito per l’occasione unica, ma diventa un abito per tutti i giorni, certo sempre con tessuti ricercati e comunque di valore. Però forse qui la maison ha perso il suo fascino…..
Dopo la passeggiata tra le sale allestite in modo veramente unico, soffermandoci a leggere l’anno di creazione e lo stilista di ogni singolo capo, usciamo con la sensazione di aver viaggiato nel tempo tra sfarzo, sale da ballo, sfilate, occasioni uniche in cui le donne erano protagoniste grazie a ciò che indossavano….. Beh noi abbiamo sognato…..
Usciamo dalla mostra un po’ sognanti e ci dirigiamo verso la nostra seconda tappa al V&A: la mostra dedicata a Mary Quant che fa l’ingresso nella moda negli anni 60.
Piccola ma ben realizzata, si svolge su due piani, e racconta di una donna completamente diversa. Qui l’abito non è pensato per far apparire, ma è la donna la protagonista, una donna che decide di essere libera e comoda e l’abito deve essere qualcosa di bello, ma soprattutto funzionale. Su una delle pareti c’è un poster di una modella che con abitino e cappotto morbidi immortalata mentre corre lungo le strade li Londra. Ci siamo soffermate un attimo e ci siamo dette che nessuna donna in abiti Dior avrebbe mai potuto correre .
Due donne così diverse che vivono gli stessi anni .
"Il punto chiave della moda è rendere disponibili a tutti gli abiti alla moda." Mary Quant”.
Si respira questo pensiero attraverso l’esposizione, i colori vivaci, i prodotti diversi e innovativi. La maison di Christian Dior ha boccette di profumo studiate nei minimi particolari per apparire loro stesse eleganti e di classe, qui abbiamo pattini a rotelle, bambole con infiniti accessori, lingerie di cotone e loro ….. un’intera sezione dedicata ai collant, quando ancora erano una parte importante del guardaroba della donna che non usciva senza.
Il colore è protagonista…. Un’esposizione allegra e divertente che non mette in soggezione come la prima. Si respira un aria di libertà e di intraprendenza. Ci siamo soffermate a lungo sulla sezione collant, con i vari pack, gli abbinamenti agli abiti, i poster.
Mary Quant è ricordata come l’inventrice della minigonna. In effetti abiti corti e gonnelline sono esposti in grande quantità, ma si possono ammirare anche le tute che sarebbero perfette oggi! Abbiamo perfino fotografato la tutta in ecopelle! Molti capi di questa esposizione potrebbero essere indossati oggi senza apparire fuori moda.
Pensare che alcuni degli abiti esposti avevano più di 50 anni lascia senza parole. E’ stato un percorso interessante, e non è possibile dire quale abbiamo preferito, perché tra le due c’è un abisso. Sono due modi diversi di vivere la moda, due donne diverse che si raccontano attraverso di essa, Certo è che abbiamo però raccolto spunti e ispirazioni per le nostre future collezioni.
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